Sciroppo di Pino Mugo


Quest'anno in montagna abbiamo provato a fare lo sciroppo di Pino Mugo che 
grazie all'azione balsamica è utile in caso di tosse, mal di gola e raffreddore ed è buonissimo anche da mangiare sciolto nel latte o assieme a dei pancake. In realtà noi non lo abbiamo ancora assaggiato, perché la sua preparazione è lunga e necessita di pazienza, speriamo che non ci deluderà! 


L'ingrediente principale sono le pigne resinose ancora verdi e rossicce di Mugo che cresce in montagna attorno ai 1500 m. 


Le abbiamo raccolte in dei sacchetti, facendo attenzione a non prendere le pigne già legnose che non hanno più resina, il periodo ideale della raccolta è tra Aprile e Giugno, quindi c'eravamo dentro per un pelo! 


A casa abbiamo riempito dei vasetti di vetro con le pigne e lo zucchero (di canna, ma va bene anche quello bianco). Non vanno lavate le pigne altrimenti l'acqua rischia di fare ammuffire lo sciroppo o di farlo fermentare mentre si crea, anche i vasetti devono essere sterili e ben asciutti! Alla fine lo sciroppo andrà filtrato con una garza così le impurità resteranno separate. 


Abbiamo fatto attenzione a non lasciare spazi vuoti scuotendo spesso i vasetti e lasciando come ultimo uno strato di zucchero. 


La ricetta vuole che i vasetti vengano lasciati al sole per circa tre settimane (dipende dal sole), scuotendoli ogni tanto e rabboccando di zucchero man mano che esso si scioglie. 


Ora è passata una settimana e cominciamo a vedere il prezioso sciroppo che si sta formando...il profumo è buono, molto agrumato e per niente simile all'Eucaliptus come credevo inizialmente. 
Speriamo che presto torni il bel tempo così lo zucchero si scioglierà più in fretta e potremo assaggiarlo! 

NOTA BENE: Come tutta la flora e fauna selvatici, anche il Pino Mugo va trattato con rispetto. Sui siti che ho controllato prima di avviare la raccolta con la mia famiglia consigliano di non raccogliere le gemme del Pino perché benché siano anche esse molto resinose, servono alla pianta per crescere e sviluppare nuovi rami. Inoltre bisogna raccogliere le pigne da diverse piante senza accanirsi su una soltanto, proprio per non farla soffrire e permettere il suo normale ciclo stagionale. Poi va da sé che c'è un limite alla raccolta: può essere fatta solo in bassi quantitativi e per un uso esclusivamente familiare


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