Caro diario...di aste giudiziarie e culti famiglia

E' domenica sera e invece di sentirci pronti ad iniziare una nuova settimana, ci sentiamo un po' giù...il weekend è stato pienissimo, Lily ha di nuovo un febbrone da cavalli e Franci è in arretrato di sonno non so quanto...help!!!

Oltre a due feste di compleanno, questo weekend ci ha visti impegnati a preparare e poi a guidare il culto-famiglia di oggi in chiesa (culto-famiglia vuol dire che il culto è più semplice del solito perchè anche i bambini possano  capire interagire). 
Il tema scelto era il primo comandamento "Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dei oltre a me" e tra le altre cose abbiamo riflettuto sul fatto che seppure diciamo che no, non ci prostriamo davanti ad altri dei, di fatto  spesso ci sono cose che prendono un posto di preminenza nelle nostre vite (soldi, hobbies, affetti) diventando per noi più importanti di Dio stesso...un buono spunto per iniziare la settimana ri-tarando le nostre priorità!

Un altro avvenimento interessante di questo weekend è che sabato mattina siamo andati ad un'asta fallimentare. Ultimamente tutti ce ne parlavano e siamo rimasti incuriositi, così sabato mattina presto eccoci in fila con altre persone davanti all'asta aspettano che aprisse e poi che ti facessero entrare un po' per volta. Una volta dentro è come in un negozio: c'è la merce esposta e prezzata, con prezzi veramente bassi rispetto a quello originale, ma gli articoli sono ovviamente limitati a quanto era rimasto nel negozio d'origine. Noi non avevamo bisogni particolari, e quindi non abbiamo fatto grandi acquisti, giusto qualcosa per la casa tipo i cuscini per le sedie della cucina e qualche robetta per lavoretti. 
Sono andata via però con sentimenti contrastanti, in minima parte c'era il piacere di aver fatto dei "buoni affari", molto grande era invece la riflessione sui negozi falliti, sulle persone ora senza lavoro, e sulle centinaia di persone in fila in attesa di poter entrare: c'erano italiani, extracomunitari, famiglie con carrozzine, anziani, tutti lì al freddo ad aspettare (gli ultimi anche diverse ore), sempre cercando un po' di superare, e sempre sperando che quello davanti a te non ti soffiasse l'affare della giornata...non so come dire, mi ha messo un po' di tristezza, ecco...non so se ci riandrò molto presto.

Lasciamoci con una nota di felicità e speranza guardando questa faccetta furbetta che indossa con orgoglio il giacchino e le calzette nuove arrivate da Roma (e fatte a mano da Oma naturalmente!)


PS: non fate caso alle ginocchia nere, grazie!!!