Romanzi
è un po' che non riesco a leggerli, manca il tempo e la
concentrazione, ma qualche libretto piccolino lo riesco ancora a
finire...leggendone
qualche riga mentre cuocio la pasta o in quei rari momenti in cui tutti e tre i bambini giocano insieme ;-)
Coincidenza
vuole che proprio nei giorni in cui ho visitato il Memoriale di Giuseppe Garibaldi stessi leggendo l'autobiografia di un suo coetaneo
(nati all'inizio del 1800), entrambi uomini di grandi ideali e molto
coraggiosi,
ma mentre Garibaldi lottò per il Regno d'Italia quest'ultimo lottava per il Regno di Dio.
ma mentre Garibaldi lottò per il Regno d'Italia quest'ultimo lottava per il Regno di Dio.
Il suo
nome è Georg Mueller, nato in Germania nel 1805, si convertì a Cristo alla
fine dei suoi studi universitari e poi partì come evangelista per
l'Inghilterra, dove visse fino alla sua morte.
Non vi
racconto nei dettagli la sua autobiografia, anche perchè forse avete
già sentito parlare di lui a proposito dei numerosi orfanotrofi e le
scuole che fondò durante la sua vita.
Voglio
solo raccontarvi la cosa che più mi ha colpito della vita di questo
uomo: all'inizio della sua vita matrimoniale decise insieme a sua
moglie di voler vivere dipendendo interamente da Dio, e mantenne
questo proposito fino alla sua morte.
Cosa
vuole dire dipendendo interamente da Dio?
Dovete
sapere che come uomo di chiesa avrebbe avuto diritto ad uno stipendio
per vivere. Lui inizialmente decise di fare a meno di uno stipendio
fisso, mettendo nelle chiese in cui predicava e svolgeva il suo
ministero semplicemente delle cassette per delle offerte libere dei
fedeli.
Non
ancora contento dopo qualche anno decise di togliere anche queste
cassette e di non parlare mai apertamente dei suoi bisogni o
necessità, volendo dimostrare che si può vivere dipendendo
totalmente dal Signore, che il Signore stesso avrebbe provveduto alle
necessità sue e della sua famiglia.
Così
è stato. Nella sua autobiografia leggiamo di come, senza mai
chiedere, arrivavano alla sua porta doni da ogni dove, da gente che
nemmeno conosceva e da posti in cui non era mai stato, doni puntuali
per sopperire ai suoi bisogni.
Di
tutto quello che riceveva riusciva addirittura a farne parte ai
poveri che bussavano alla sua porta e mosso da compassione per i
numerosi orfani che ogni giorno bussavano alla sua porta ce la mise
tutta per aprire un orfanotrofio, anch'esso del tutto dipendente
dalla provvidenza divina.
Alla
fine della sua vita c'erano più di 1000 orfani e molteplici altre
attività benefiche (quali scuole elementari, scuole per adulti,
missioni in tutto il mondo) che venivano sostenute dallo stesso
principio che applicava alla sua vita: neanche un centesimo veniva
richiesto a nessuno, tutte le necessità e i bisogni venivano portati
in preghiera davanti al Signore, fino a che Lui stesso non
provvedeva.
Difficile
da credere per una sola famiglia, ancora di più per centinaia di
bambini che ogni giorno devono mangiare e vestirsi, eppure questo
stile di vita per Mueller funzionò.
Solo
un uomo di grandissima fede, che passava ore ed ore a meditare la
Parola di Dio e a pregare, poté vivere tutta la sua vita così. La cosa che più mi ha colpito è stato il motivo per cui Mueller
fece questa scelta: non lo fece per incoscienza (come umanamente si
potrebbe pensare), non lo fece per mostrare che grande uomo lui
fosse, ma il motivo, di continuo ripetuto nella sua autobiografia, fu
quello di dare gloria a Dio.
Georg
in questo modo voleva semplicemente mostrare al mondo quanto fosse
grande il Dio in cui credeva e tramite questa dimostrazione un sacco
di gente del suo tempo (e non solo) ha aperto gli occhi sulla
grandezza di Dio, sulle immense possibilità della Fede
accompagnata dalla preghiera e sul fatto che la promessa di Matteo 6:31-33 è verità:
Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
La
lettura di questo libro mi ha fatto riflettere a che punto arriva la
mia propria fede, cosa sono disposta a mettere in gioco per la gloria
di Dio.
Non
penso che Dio richieda ad ognuno di noi la stessa cosa, ma forse
nella nostra vita c'è un area in cui possiamo dimostrare la nostra
completa fiducia in Dio, come per Georg lo è stata l'area economica.
Cominciamo
oggi a pregare per qualcosa di specifico della nostra vita, certi che
Dio ascolta un cuore sincero che si avvicina a Lui con devozione.
Un
rapporto incrinato con una persona che ci sta a cuore, una malattia,
il nostro lavoro, una dipendenza...
Non
dico che Dio farà esattamente ciò che noi vogliamo, ma continuiamo
a pregare e saremo sicuramente positivamente stupiti da quello che
accadrà....e forse un giorno qualcuno leggerà la nostra biografia e
vedrà come la gloria di Dio ha potuto risplendere nella nostra vita!
PS: Le foto che accompagnano questo post sono della serie "Fiori della Sardegna", scattate da Franci nel giardino dei miei suoceri.